Tra le tradizioni contadine più note in assoluto non può non esser citata quella della “guazza (o acqua) di S.Giovanni”, un rito purificatorio e apotropaico, utilizzato da secoli per scongiurare siccità, favorire il raccolto e allontanare i malanni.
Secondo il calendario cristiano, la notte tra il 23 e il 24 giugno si festeggia la nascita di San Giovanni Battista. Tale ricorrenza religiosa si intreccia a tradizioni pagane ben più antiche, i festeggiamenti del solstizio, che duravano dal 21 giugno fino al 24 giugno.
Le celebrazioni consistevano in falò attorno ai quali si cantava e danzava fino all’alba, suggellando rapporti di amicizia e di comunità, celebrando la generosità della natura e l’energia del sole.
Da qui la leggenda che, durante la notte del 23 giugno, la rugiada notturna sia benefica, arricchita di “magia” e in grado di aumentare l’effetto di ogni pianta curativa.
Fare l’acqua di San Giovanni è semplice e alla portata di tutti:
Prendere dell’acqua e ponetela in una bacinella
Raccogliete dopo il tramonto le erbe e i fiori
Immergeteli in una bacinella di acqua (secondo la tradizione vi sono alcune piante più specifiche di altre – il nostro consiglio è quello di scegliere solo quelle che conoscete per virtù e caratteristiche e che sentite più affini a voi, così da “personalizzare” al massima la guazza e renderla unica)
Riponete la bacinella all’aperto e aspettate che trascorra la notte: la rugiada si “imprigionerà” nell’acqua della bacinella
La mattina seguente lavatevi il volto e le mani con quest’acqua
Quanto sono affascinanti le tradizioni? Voi la farete? Fatecelo sapere!
Ps: che poi diciamocelo… non è decisamente un peccato credere in un pizzico di magia